L’OMBRA DI UNA SCONOSCIUTA L’altro giorno, in largo Benjamin Franklin, il piccolo spiazzo prospiciente il grande parco della Grotta Perfetta, ho incontrato Aldo Rossi, che vive in affitto in una delle case affacciate sul parco. Aldo mi ha detto: “Silvio, vieni da me, che ti devo fare vedere una cosa, sono dei file audio.” Ho risposto che non potevo perché a casa mi aspettava una sconosciuta, che mi era venuta a trovare quella mattina stessa. Aldo Rossi non mi ha capito bene, ma ha insistito, dicendo che la cosa era interessante: “Un giorno luce”, ha detto enigmatico. Allora, gli ho promesso che sarei andato a trovarlo la sera stessa o all’indomani mattina. Aldo si è congedato, dicendomi: “Silvio, ti aspetto, non mancare, e ricordati della nube di Oort.” Io l’ho rassicurato e sono rientrato a casa, desideroso di riappropriarmi subito della mia sconosciuta. Mi spiego meglio. La notte precedente, avevo dormito poco, e sono rimasto a letto nel buio, cercando di comporre la formula del calcolo mnemonico dei quadrati dei numeri a tre cifre, un’equazione lineare del tipo x + y = z, dove le due variabili x e y sommate danno la terza variabile z, variabili che in matematica rappresentano numeri. Ho cominciato allora a calcolare il quadrato del numero 247, avendo deciso di scegliere numeri che potessero riferirsi a un’immagine. Nel corso del calcolo, può capitare, come è capitato a me da principiante, di dimenticare il numero di cui stavo calcolando il quadrato. In seguito, con l’esercizio si acquista una certa dimestichezza, e si riesce a trattenere meglio il ricordo immediato, basta lasciar perdere la strada di calcolo su cui ci si è incamminati, e tornare indietro a rinsaldare quanto acquisito, a cominciare dal numero di partenza. Ecco, da ultimo, ho trovato un modo: legare il numero a un’immagine. Non fa questo la smorfia napoletana, che per saggezza antica sa come siano labili i sogni e le immagini ad essi legati? Il 247? Ne parliamo dopo. Adesso, andiamo avanti con il calcolo. Due per due fa quattro, più i due zeri, come dire venti per venti fa quattrocento, e così per tutti i numeri a tre cifre: della prima cifra si calcola il quadrato e si aggiungono due zeri. Ma qual era la mia formula? n^ = x + y = z; x = (a^ x100 + 2a x b x10 + b^)100; y = 2d x c x10 + c^. Caspita, com’è difficile! Eppure, bastano un po' di esercizi. (Segue)
‘Kde domov muj’? ‘Dov’è la mia patria?’ Non è un inno di guerra, non auspica la rovina di nessuno, canta senza retorica il paesaggio della Boemia con i suoi colli e pendii, le pianure e le betulle, i pascoli e i tigli ombrosi, i piccoli ruscelli. Canta il paese dove siamo a casa nostra, è stato bello difendere questa terra, bello amare la nostra patria (Milena Jesenskà)
Copenaghen
Bruxelles Louiza
“Dobbiamo pensare che ciascuno di noi, esseri viventi, è come una prodigiosa marionetta realizzata dalla divinità, per gioco o per uno scopo serio, questo non lo sappiamo." (Platone, Leggi, 1, 644e)
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UN GIORNO LUCE
L’OMBRA DI UNA SCONOSCIUTA
L’altro giorno, in largo Benjamin Franklin, il piccolo spiazzo prospiciente il grande parco della Grotta Perfetta, ho incontrato Aldo Rossi, che vive in affitto in una delle case affacciate sul parco. Aldo mi ha detto: “Silvio, vieni da me, che ti devo fare vedere una cosa, sono dei file audio.” Ho risposto che non potevo perché a casa mi aspettava una sconosciuta, che mi era venuta a trovare quella mattina stessa. Aldo Rossi non mi ha capito bene, ma ha insistito, dicendo che la cosa era interessante: “Un giorno luce”, ha detto enigmatico. Allora, gli ho promesso che sarei andato a trovarlo la sera stessa o all’indomani mattina. Aldo si è congedato, dicendomi: “Silvio, ti aspetto, non mancare, e ricordati della nube di Oort.” Io l’ho rassicurato e sono rientrato a casa, desideroso di riappropriarmi subito della mia sconosciuta.
Mi spiego meglio. La notte precedente, avevo dormito poco, e sono rimasto a letto nel buio, cercando di comporre la formula del calcolo mnemonico dei quadrati dei numeri a tre cifre, un’equazione lineare del tipo x + y = z, dove le due variabili x e y sommate danno la terza variabile z, variabili che in matematica rappresentano numeri. Ho cominciato allora a calcolare il quadrato del numero 247, avendo deciso di scegliere numeri che potessero riferirsi a un’immagine. Nel corso del calcolo, può capitare, come è capitato a me da principiante, di dimenticare il numero di cui stavo calcolando il quadrato. In seguito, con l’esercizio si acquista una certa dimestichezza, e si riesce a trattenere meglio il ricordo immediato, basta lasciar perdere la strada di calcolo su cui ci si è incamminati, e tornare indietro a rinsaldare quanto acquisito, a cominciare dal numero di partenza. Ecco, da ultimo, ho trovato un modo: legare il numero a un’immagine. Non fa questo la smorfia napoletana, che per saggezza antica sa come siano labili i sogni e le immagini ad essi legati? Il 247? Ne parliamo dopo. Adesso, andiamo avanti con il calcolo. Due per due fa quattro, più i due zeri, come dire venti per venti fa quattrocento, e così per tutti i numeri a tre cifre: della prima cifra si calcola il quadrato e si aggiungono due zeri. Ma qual era la mia formula? n^ = x + y = z; x = (a^ x100 + 2a x b x10 + b^)100; y = 2d x c x10 + c^. Caspita, com’è difficile! Eppure, bastano un po' di esercizi.
(Segue)
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