sabato 7 gennaio 2023

Storia

 

      Le Martiri di Compiègne 




2 commenti:

Silvio Minieri ha detto...

LE MARTIRI DI COMPIÈGNE
Le Carmelitane Scalze (in latino Moniales Ordinis Carmelitarum Discalceatarum) sono monache che hanno fatto voto solenne e costituiscono il second'ordine dei frati carmelitani scalzi. L’Ordine religioso del Carmelo, fondato nel sec. XIII sul monte Carmelo, in Palestina, fu riformato da s. Teresa d’Avila nel 1563 e da s. Giovanni della Croce, acquisendo il termine “scalzi”, che sta a significare vita umile e povera.
Esistono altre Congregazioni con questo nome, come le Religiose Trinitarie Scalze (in spagnolo Religiosas Trinitarias Descalzas), riunitesi in comunità, nel 1881, presso il ritiro del Calvario di Valencia; e anche le Oblate Trinitarie Scalze di Roma del 1828.
Le Carmelitane hanno però acquisito una maggiore rilevanza nella coscienza e nell’immaginario collettivo per la tragica vicenda delle Martiri di Compiègne. Il 17 luglio 1794, quando la Rivoluzione francese degenerò nel Terrore, sedici Carmelitane Scalze furono giustiziate a Parigi, in piazza del Trono-Rovesciato, l’attuale Place de la Nation, per non aver rinnegato la propria fede. Ai piedi del palco, la Priora Teresa di Sant’Agostino chiese di morire per ultima, per assistere le sue “Figlie” come vera madre. Nelle sue mani, le monache rinnovarono i voti e baciarono la medaglia della Madonna. A quel punto, Madre Teresa intonò il Veni Creator Spiritus, mentre la più giovane saliva per prima al patibolo. Circa un anno dopo, Il 6 maggio 1795, il nuovo tribunale rivoluzionario di Parigi condannò a morte Fouquier-Tinville e tre giudici, sei giurati e altre sei persone, che avevano collaborato all’esecuzione delle Carmelitane di Compiègne, in tutto sedici come le monache uccise.
La vicenda ha ispirato il romanzo di Gertrud von Le Fort, “L’ultima al patibolo”, da cui lo scrittore Georges Bernanos ha ricavato l’adattamento teatrale “Dialoghi delle Carmelitane”. L’opera ha avuto diverse riproduzioni sceniche, musicali, letterarie, cinematografiche, nonché un’indiretta ripresa poetica in una mia lirica “Minieri!”, riportata qui di seguito.

Silvio Minieri ha detto...

"Minieri!"

Bevevi dal calice amaro
e certo temevi,
coglievi l’essenza del vero
e forse sapevi,
Carmelitana scalza non eri,
non salivi il patibolo.

Il chierico con il turibolo
spargeva nell’aria profumi
d’incenso assai intenso,
perduta nei fumi
dei tuoi neri pensieri,
dov’eri?

Infine meravigliata, hai gridato
forte il mio nome:
“Minieri!”