352^ = 352 x 352 = 35 x 35 x 100* = 122.500 + 701 + 703 = 122.500 +1.404 = 123.904 [701, 703, 705, 707, 709, 711, 713, 715, 717, 719] * 35 x 35 x 100 = 30 x 30 x 100 + 60 x 5 + 25 x 100 = 122.500
L’ARALDO DELLE GRIDE Ehi! – Eh? – Επιμαρτυραί δερκευ. – Come? Che dici? – Guarda i testimoni. – Dove? – Guarda i testimoni! – Quali? – I numeri qui sopra. – E allora? – Non vedi nulla? – Vedo dei numeri e sospetto che siano quelli del CMOAS. – Nient’altro? – No, nient’altro. – Guarda i testimoni! – Di nuovo? – Επιμαρτυραί δερκευ. – Vuoi smetterla? – Non lasciarti sfuggire dallo sguardo i testimoni. – Signore, ma lei stanotte ha dormito? – Sì, perché? – La vedo un po' stonato. – Ehi, giovane, stonato sei tu! – Signore, per favore non gridi. – Ma tu per chi mi hai preso? Un gridatore forse? – Chi? – Non sai chi è il gridatore? – No. – L’araldo delle gride. – Il banditore? – Sì! – Ah! – Quindi, stai attento, se non vuoi finire al bando. – Come? – Bandito. – Io? – Sì, bandito dal Blog. – Ah! Ora, però, devo andare. – Dove? – Là! – Ma che là! Resta qua! – E perché? – È stabilito dalla grida. – Ma che diamine sono queste gride? – Bandi, dove venivano annunciate pene assai severe per coloro che non le avessero rispettate. – Ah! – Ho capito! – No, tu non hai capito proprio niente. – E come mai? – Adesso ti faccio un esempio. – Una grida, presa dal gridario? – No, una grida manzoniana. – Per caso, la grida del 12 aprile 1584, emanata da don Carlo d'Argon, principe di Castelvetrano, duca di Terranuova, marchese d'Avola, conte di Burgeto, Grande ammiraglio e Gran contestabile di Sicilia, governatore di Milano e capitano generale di sua Maestà Cattolica in Italia? –Ah, allora, la conoscevi? E facevi il finto tonto! – Signore, io sono una brava persona, ho letto i “Promessi Sposi”. – E quindi conosci la grida manzoniana. – Sì. – Allora vai con il copia e incolla. – Subito. «"Che qualsivoglia persona, così di questa Città, come forestiera, che per due testimonj consterà essere tenuto, e comunemente riputato per bravo, et aver tal nome, ancorché non si verifichi aver fatto delitto alcuno ... per questa sola riputazione di bravo, senza altri indizj, possa dai detti giudici e da ognuno di loro esser posto alla corda et al tormento, per processo informativo ... et ancorché non confessi delitto alcuno, tuttavia sia mandato alla galea, per detto triennio, per la sola opinione e nome di bravo." Tutto ciò, e il di più che si tralascia, perché "Sua Eccellenza è risoluta di voler essere obbedita da ognuno".» - E quindi asserisci di essere una brava persona. – Certo. – E sai che cosa è previsto per i bravi come te? – No. – Mentre altre norme contro assassini o meretrici erano più strettamente applicate, le norme contro i bravi risultavano inefficaci a causa della protezione da parte di vari signorotti, che li utilizzavano come sbirri. – Ah, ecco! – «S'appoggiano a qualche Cavaliere o Gentilhuomo, Ufficiale o mercante, solamente per accompagnarli et fargli spalle et favore overamente (come si può presumere) per tendere insidie ad altri o far qualche vendetta sua sotto l'ombra di quello o che dishonestamente conversano per il più in casa de meretrici o nelle hostarie o nei giuochi et barettarie [...]» Descrizione dei bravi in Grida contro bravi et vagabondi, 5 giugno 1593. – Signore, ma non è lei il signorotto, e io il suo sbirro? – Certo! – E cosa dovèm fà? – Επιμαρτυραί δερκευ. – Cribbio! – Ehi, bauscia! – Eh? – Guarda i testimoni.
25 x 25 x 100 = 20 x 20 + 225 x 100 35 x 35 x 100 = 30 x 30 + 325 x 100 45 x 45 x 100 = 40 x 40 + 425 x 100
Allora, li hai guardati? – Sì. – E che ti dicono? – Niente, i testimoni tacciono. – Non li sai interrogare. – Sono come quelle statue di sale, che quando le interroghi, neppure ti rispondono. – Sono omertosi. – Tu, invece sei curioso. – In che senso, impiccione, forse? – No. – Desideroso di rendersi conto di qualcosa, per amore di conoscenza o per il gusto del pettegolezzo? – No. – Che suscita curiosità, perché esce dall’ordinario; insolito, singolare, bizzarro, strano? – Ecco, sì. – E tu? – Tutturuttuttù! – Non credevo che nella nostra escursione sugli alti picchi delle montagne, seminascosti tra le nubi di alta quota dell’aritmetica psichiatrica, saremmo caduti in un anfratto demenziale, al suono della tua voce di trombetta tutturuttuttù! (Segue)
‘Kde domov muj’? ‘Dov’è la mia patria?’ Non è un inno di guerra, non auspica la rovina di nessuno, canta senza retorica il paesaggio della Boemia con i suoi colli e pendii, le pianure e le betulle, i pascoli e i tigli ombrosi, i piccoli ruscelli. Canta il paese dove siamo a casa nostra, è stato bello difendere questa terra, bello amare la nostra patria (Milena Jesenskà)
Copenaghen
Bruxelles Louiza
“Dobbiamo pensare che ciascuno di noi, esseri viventi, è come una prodigiosa marionetta realizzata dalla divinità, per gioco o per uno scopo serio, questo non lo sappiamo." (Platone, Leggi, 1, 644e)
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LA TESTIMONIANZA DEI NUMERI
352^ = 352 x 352 = 35 x 35 x 100* = 122.500 + 701 + 703 = 122.500 +1.404 = 123.904 [701, 703, 705, 707, 709, 711, 713, 715, 717, 719]
* 35 x 35 x 100 = 30 x 30 x 100 + 60 x 5 + 25 x 100 = 122.500
L’ARALDO DELLE GRIDE
Ehi! – Eh? – Επιμαρτυραί δερκευ. – Come? Che dici? – Guarda i testimoni. – Dove? – Guarda i testimoni! – Quali? – I numeri qui sopra. – E allora? – Non vedi nulla? – Vedo dei numeri e sospetto che siano quelli del CMOAS. – Nient’altro? – No, nient’altro. –
Guarda i testimoni! – Di nuovo? – Επιμαρτυραί δερκευ. – Vuoi smetterla? – Non lasciarti sfuggire dallo sguardo i testimoni. – Signore, ma lei stanotte ha dormito? – Sì, perché? – La vedo un po' stonato. – Ehi, giovane, stonato sei tu! – Signore, per favore non gridi. – Ma tu per chi mi hai preso? Un gridatore forse? – Chi? – Non sai chi è il gridatore? – No. – L’araldo delle gride. – Il banditore? – Sì! – Ah! – Quindi, stai attento, se non vuoi finire al bando. – Come? – Bandito. – Io? – Sì, bandito dal Blog. – Ah! Ora, però, devo andare. – Dove? – Là! – Ma che là! Resta qua! – E perché? – È stabilito dalla grida. – Ma che diamine sono queste gride? – Bandi, dove venivano annunciate pene assai severe per coloro che non le avessero rispettate. – Ah! – Ho capito! – No, tu non hai capito proprio niente. – E come mai? – Adesso ti faccio un esempio. – Una grida, presa dal gridario? – No, una grida manzoniana. – Per caso, la grida del 12 aprile 1584, emanata da don Carlo d'Argon, principe di Castelvetrano, duca di Terranuova, marchese d'Avola, conte di Burgeto, Grande ammiraglio e Gran contestabile di Sicilia, governatore di Milano e capitano generale di sua Maestà Cattolica in Italia? –Ah, allora, la conoscevi? E facevi il finto tonto! – Signore, io sono una brava persona, ho letto i “Promessi Sposi”. – E quindi conosci la grida manzoniana. – Sì. – Allora vai con il copia e incolla. – Subito. «"Che qualsivoglia persona, così di questa Città, come forestiera, che per due testimonj consterà essere tenuto, e comunemente riputato per bravo, et aver tal nome, ancorché non si verifichi aver fatto delitto alcuno ... per questa sola riputazione di bravo, senza altri indizj, possa dai detti giudici e da ognuno di loro esser posto alla corda et al tormento, per processo informativo ... et ancorché non confessi delitto alcuno, tuttavia sia mandato alla galea, per detto triennio, per la sola opinione e nome di bravo." Tutto ciò, e il di più che si tralascia, perché "Sua Eccellenza è risoluta di voler essere obbedita da ognuno".» - E quindi asserisci di essere una brava persona. – Certo. – E sai che cosa è previsto per i bravi come te? – No. – Mentre altre norme contro assassini o meretrici erano più strettamente applicate, le norme contro i bravi risultavano inefficaci a causa della protezione da parte di vari signorotti, che li utilizzavano come sbirri. – Ah, ecco! – «S'appoggiano a qualche Cavaliere o Gentilhuomo, Ufficiale o mercante, solamente per accompagnarli et fargli spalle et favore overamente (come si può presumere) per tendere insidie ad altri o far qualche vendetta sua sotto l'ombra di quello o che dishonestamente conversano per il più in casa de meretrici o nelle hostarie o nei giuochi et barettarie [...]» Descrizione dei bravi in Grida contro bravi et vagabondi, 5 giugno 1593. – Signore, ma non è lei il signorotto, e io il suo sbirro? – Certo! – E cosa dovèm fà? – Επιμαρτυραί δερκευ. – Cribbio! – Ehi, bauscia! – Eh? – Guarda i testimoni.
UN ANFRATTO DEMENZIALE
25 x 25 x 100 = 20 x 20 + 225 x 100
35 x 35 x 100 = 30 x 30 + 325 x 100
45 x 45 x 100 = 40 x 40 + 425 x 100
Allora, li hai guardati? – Sì. – E che ti dicono? – Niente, i testimoni tacciono. – Non li sai interrogare. – Sono come quelle statue di sale, che quando le interroghi, neppure ti rispondono. – Sono omertosi. – Tu, invece sei curioso. – In che senso, impiccione, forse? – No. – Desideroso di rendersi conto di qualcosa, per amore di conoscenza o per il gusto del pettegolezzo? – No. – Che suscita curiosità, perché esce dall’ordinario; insolito, singolare, bizzarro, strano? – Ecco, sì. – E tu? – Tutturuttuttù! – Non credevo che nella nostra escursione sugli alti picchi delle montagne, seminascosti tra le nubi di alta quota dell’aritmetica psichiatrica, saremmo caduti in un anfratto demenziale, al suono della tua voce di trombetta tutturuttuttù!
(Segue)
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