lunedì 3 novembre 2025

Intermezzo

              

              Lunae dies



3 commenti:

Silvio Minieri ha detto...

IL GIORNO DELLA LUNA

352^ = 352 x 352 = 35 x 35 x 100* = 122.500 + 701 + 703 = 122.500 +1.404 = 123.904 [701, 703, 705, 707, 709, 711, 713, 715, 717, 719]
* 35 x 35 x 100 = 30 x 30 x 100 + 60 x 5 + 25 x 100 = 122.500

UNA STORIA CRIMINOSA
Il giorno della luna non è il giorno della luna. – Come no? – No. – E che giorno è? – È un brutto giorno. – Tu non smetti mai, anzi non dismetti mai i tuoi panni di buffone. – Prima ero un acrobata dello spirito. – Poi sei caduto e ti sei rotto l’osso del collo. – E tu come lo sai? – Ho studiato Hegel: lo spirito è un osso. E pertanto, tu sei caduto e ti sei rotto l’osso del collo. – Il tuo ragionamento non fa una piega. – È proprio di quelli che hanno frequentato e frequentano tuttora le scienze della logica e dell’aritmetica. – Un CMOAS, tanto per intenderci. – Sei tu che lo dici. – Io lo dico, ma tu lo sei. – Abbiamo finito? – No. – Allora continuiamo. – Il giorno della luna non è il giorno della luna. – Chi l’aveva detto? – Uno di noi due. – Chi, esattamente? – Entrambi. – Ma come è possibile? – L’uno e l’altro per me pari sono. – Ah! – Comunque, ho come l’impressione che ci sia un terzo, a noi invisibile, che ci manipola. – Per non parlare del problema del quarto. – No, no, troppo presto, troppo presto. – Allora parliamo del giorno della luna. – Facciamoci aiutare dall’Indipendenza Artificiale. – Copia e incolla. – “Monday luna" si riferisce alla corrispondenza etimologica tra il lunedì e la luna, in quanto il nome del giorno deriva dal latino "lunae dies" (giorno della luna). Questo è il significato di base, ma può anche essere interpretato in altri contesti come l'unione di un giorno feriale con l'astro, ad esempio nel caso di eventi come il "Blue Monday" o iniziative come i "Moon Monday". Origine del nome: Il lunedì è chiamato così perché era associato alla luna nella cosmologia e astrologia antiche. Questo si riflette nel nome di origine latina "lunae dies" e in quello inglese "Monday" (che deriva da "Moon's day"). Esempi di utilizzo: Blue Monday: Questo termine indica il terzo lunedì dell'anno ed è spesso associato a sentimenti di malinconia, coincidenze con la luna piena e mancanza di festività. Moon Monday: A volte usato per descrivere eventi o iniziative che si svolgono il lunedì, approfittando del legame con la luna. Giornata Internazionale della Luna: Ricorre il 20 luglio, in commemorazione del primo allunaggio dell'uomo nel 1969.” – Molto interessante, ma l’Indipendenza Artificiale… – Ma quale Indipendenza Artificiale? Intelligenza Artificiale! – Ah, ecco! – IA. – Come, IA? – Nietzsche, Zarathustra, il raglio degli asini? – IA! IA! IA! – “IA”, in tedesco vuol dire: “Sì”. – È il Sì alla vita dell’animale uomo. – Jawohl, sissignore – Il giorno della luna non c’entra nulla con tutto questo. – Abbiamo scherzato. – Come al solito. – E quindi? – “Il giorno della luna” è il titolo di un racconto, mezzo ideato, non ancora elaborato, l’incipit appena abbozzato. – Abbiamo qualche anteprima, almeno dell’incipit? – Sì. – Copia e incolla. – Va bene.

Silvio Minieri ha detto...

Lunedì notte, H 03,40
Squillò il telefono, il commissario Trasillo si svegliò e prese l’iPhone dal comodino: “Sono il piantone, la Sala Operativa ha segnalato un cadavere in Largo Macbeth.” “È qui vicino, sveglia Mancinelli e digli di venirmi a prendere.” “Ho provato, ha detto che può essere da voi solo tra venti minuti.” “Vieni tu.” Si vestì in fretta, qualche minuto, si era solo sciacquato il viso, e scese davanti al portone, una leggera frescura nella notte. L’autoradio di polizia arrivò in quel momento, Trasillo salì in fretta a bordo, e dopo un minuto erano sul posto. Il commissario scese dall’autovettura e si avvicinò alla volante, sul tettuccio il faro blu girevole accesso, i fasci di luce illuminavano la scena e squarciavano a rotazione il buio della notte. Un agente donna, in piedi accanto all’autovettura, salutò il commissario, portando la mano destra alla visiera. L’altro suo collega era poco distante, vicino a un signore di mezza età, ed entrambi erano fermi davanti alla forma scura di un corpo disteso nell’erba del prato di fronte alle alte sagome degli stabili dello spiazzo, il largo Macbeth. “È il testimone che ha rinvenuto il cadavere” disse l’agente, indicando il suo vicino. Il commissario rivolse lo sguardo al testimone. “Stavo dormendo, ho sentito abbaiare il cane, mi sono svegliato, il cane ha continuato ad abbaiare, sono sceso in strada, mi sono avvicinato al prato e ho visto questa sagoma scura distesa sull’erba.” Il commissario Trasillo aveva estratto un taccuino dalla tasca e aveva cominciato a scrivere. “Mi sono piegato, ho visto la pozza di sangue attorno alla testa, l’uomo era immobile, ho telefonato al 112.” I lampioni illuminavano appena il corpo riverso, si vedeva subito la fissità dello sguardo vitreo, era morto. Dopo essersi chinato a guardarlo, Trasillo si rialzò, chiuse il taccuino, e lo ripose in tasca assieme alla penna. “A che ora ha fatto la scoperta?” “Dieci quindici minuti fa.” Era accaduto tutto rapidamente: il rinvenimento, si disse, chissà quando la morte. Si sentì il rumore di un’autovettura in arrivo, e poco dopo andò a fermarsi sul piazzale accanto alla volante. Scesero due uomini e si avvicinarono al commissario. “Siamo due colleghi”, disse quello più anziano. “La pattuglia della Squadra Mobile di notte nella zona sud.” Il commissario guardò in direzione dell’autovettura, dove c’erano due persone sedute sui sedili posteriori. “Avete dei fermati?” domandò Trasillo. L’agente anziano fece cenno ai due di scendere e venire da loro. Erano un giovane e una ragazza, entrambi avevano l’aria spaventata. “Camminavano sulla Grottaperfetta”, disse l’agente. “Dove stavate andando?” domandò il commissario. “A casa”, rispose il giovane, “stavo accompagnando Sara, abitiamo qui vicino”, aggiunse. La ragazza assentì. “Da dove venivate?” domandò il commissario. “Siamo scesi dall’autobus notturno, quello che parte da piazza Venezia,” disse il giovane. “Prendete le generalità, poi invitateli a venire in mattinata al commissariato,” disse Trasillo, l’agente assentì. “Adesso accompagnateli a casa.” Stavano per salire in macchina, quando il commissario li richiamò: “Avete sentito abbaiare un cane?” I ragazzi fecero cenno di no. “Va bene, andate” disse l’investigatore. Poi riprese il taccuino dalla tasca e scrisse qualcosa. Quindi smise di scrivere, chiuse il taccuino, e alzò gli occhi: il testimone che aveva scoperto il cadavere lo stava fissando. Trasillo guardò in alto il cielo scuro della notte, la luna brillava di una luce giallo dorata. Era l’alba, quando giunse la Scientifica, per i rilievi sulla scena del crimine

Silvio Minieri ha detto...

L’ACCISA
E poi che succede? – Molto altro. – Chi è il morto? – Forse un industriale. – E poi? - Vulit’e sapé a nuje chiste chi l’accise? – Che cosa significa? – Nella trama di queto giallo s’inserisce l’aumento dell’accisa dei carburanti. – Non è vero. – E tu che ne sai? – La frase vuol dire: “Volete sapere da noi questo chi l’ha ucciso?” – E chi l’ha pronunciata? – Un investigatore napoletano come te, alla fine della conferenza stampa tenuta in questura, un commento captato nei corridoi da Silvio Vigorelli, un cronista del “Corriere” venuto da Milano. – Senti, amico. – Eh? – Io non sono un investigatore napoletano. – E tanto piacere! – Tu sei il giullare del re, che ama fare il buffone non solo a corte, ma anche sul Blog. – Ti sei risentito? – Perché? – Sei suscettibile, sei meridionale, forse? – Allora, adesso, mettiti in fila indiana e... – Ma che fai, mi minacci con la pistola? – Stai zitto! – Ma come faccio a mettermi in fila indiana, se sono da solo? – Tu comincia a metterti in fila indiana, poi ci penso io. – Ma tu sei proprio scemo! – Ah, sì! Ecco qua! – Ehi, mi hai bagnato tutto! – Non ti eri accorto che avevo una pistola ad acqua? – No. – E allora vatti a leggere il post del 22 settembre 2024. –
Rhetor Magister (2), Sull’orlo della giostra. – La fine del capitolo 3, I sicari prezzolati:
“Ma che razza di storia stavo vivendo? Ero un informatore, un bounty killer. I non vaccinati erano considerati killer, che esagerazione! Però i bounty killer venivano pagati bene. Pastoriz Michail, chi lo convinceva a costituirsi riceveva una medaglia d’oro e anche un premio in denaro. E se lo uccidevano? Chi? Non io, ma i sicari prezzolati. Allora esistevano? Tirai fuori dalla tasca la pistola e sparai contro l’ombra di Pastoriz, il quale intanto si era allontanato, lasciando davanti a me il suo simulacro. Lo spruzzo non innaffiò la figura virtuale rimasta sul posto, avevo sparato con una pistola ad acqua.” – Devi spiegare la storia della fila indiana. – Un’altra volta, ciao.

IL QUINTO
Spiegami quel 60. – Quale? – Quello della riga contrassegnata da asterisco del CMOAS 352^. – Non riesci a capirlo da solo? – No. – È il quinto. – Come? – Il quinto della serie nella progressione: 1. 3. 5. 7. 9. 11. 13. 15. 17. 19. – E allora? – Non capisci? – No. – Devi metterlo in correlazione con il 5 con cui si moltiplica il 60 e il 25 con cui si somma il risultato della moltiplicazione. – Senti. – Eh? – Ma non facevi prima calcolare 35 x35 a mente? – No. – Perché? – Quel 35x 35 è un esempio paradigmatico. – Ho capito, finalmente. – Che cosa? – Che tu non calcoli a mente. – E come? – Come un demente. – Che fatica avere a che fare con questi CMOAS! – Mi dai ragione. – Certo il CMOAS sei tu! – Che cosa vuoi insinuare? – Domani ti spiego meglio. – Non rimandare a domani quello che puoi fare dopodomani. – Così, andiamo a finire al terzo giorno. – Quando arriverà la nave di Delo. – Io devo ancora vedere i Caraibi. – Anch’io. – Fine.