domenica 26 maggio 2024

Divertissement

 

           

           Faccia di gesso



5 commenti:

Silvio Minieri ha detto...

DIVERTISSEMENT – Composizione letteraria o artistica dal carattere frivolo o giocoso.

FACCIA DI GESSO
Ciack! “Quando Z. giunse tra i matematici e gli acusmatici, che trovò radunati davanti all’Accademia di geometria di Teeteto II, così parlò. “Io vi annunzio che lo zero è superiore al nulla. Il nulla va superato. Che cosa avete fatto voi per superarlo? Che cosa è la scimmia per l’uomo? Una derisione o una dolorosa vergogna. E questo deve essere il nulla per lo zero: una derisione o una dolorosa vergogna. Voi avete percorso la strada che porta dal verme all’uomo, ma molto ancora c’è in voi del verme. Anche il più saggio tra voi non è che un ibrido di pianta e fantasma in conflitto e non sapete nulla. Ecco io vi insegno a superare il nulla, e questo superamento è fulmine e follia!”
Allorché Z. ebbe così parlato, uno degli acusmatici gridò: “Abbiamo udito abbastanza, adesso vogliamo vedere come superare il nulla.” Al che lo zero, che assisteva come un fantasma alla predica di Z., credendo la parola rivolta a lui, si accinse al suo lavoro di superamento del nulla. Intanto Z. osservava gli acusmatici e i matematici, che lo guardavano e ridevano, e pensò: “L’anima mia è serena e luminosa, ma essi pensano che io sia freddo e un buffone dalle burla atroci. Ed ecco che mi guardano e ridono, e mentre ridono, anche mi odiano. Vi è del ghiaccio nel loro riso.”
Ma allora accadde qualcosa, che fece ammutolire ogni bocca, irrigidire ogni sguardo. Mentre lo zero si era librato in alto nel vuoto, si aprì una porticina dell’Accademia, e saltò fuori (sprang heraus) un tipo arlecchinesco, (ein bunter Gesell), dall’aspetto di pagliaccio (einem Possenreißer gleich) … che cosa sono queste traduzioni in tedesco? … Chi ha parlato? Di chi è questa voce dissonante rispetto alla mia voce narrante?... È la mia. … Ah, la tua! Non interferire più, disturbi! Resta nel sottofondo. … Pluf! … Ecco, bene! vai sott’acqua … Scusate l’interferenza, e riprendiamo la narrazione. Il tipo arlecchinesco, dall’aspetto di pagliaccio, si librò in alto e rapidamente raggiunse il funambolo, scusate, no, volevo dire lo zero, e cominciò a gridare con voce terribile: Avanti poltrone, paltoniere, faccia di gesso…” Stop!

Silvio Minieri ha detto...

Quando il regista ha dato lo stop, la scena cinematografica che stavamo girando è stata interrotta sulla battuta che costituiva il tema principale della narrazione: “Faccia di gesso”, Bleichgesicht, nel testo originale: “Als sprach Zarathustra”. Allora, gli attori che avevano interpretato il ruolo degli acusmatici e dei matematici dell’Accademia di geometria di Teeteto II, si avvicinarono a Z. e gli chiesero chi fosse, quale personaggio interpretasse, questi con voce roboante così parlò: “Ecco, io sono un annunciatore del fulmine e una pesante goccia della nube: ma questo fulmine si chiamerà superuomo.” Allora noi tutti ci guardammo sbalorditi, anch’io ero tra loro, come acusmatico, anche se in verità sono un matematico… Tu sei un Narr! … Ma chi parla? Chi interferisce?… Bleichgesicht! … Di nuovo? Allontanate questo disturbatore! … Spero di poter continuare la narrazione, scusatemi. Dopo aver pronunciato quelle parole altisonanti, Z. si avvolse nel suo ampio mantello nero, e si allontanò. Allora, tutti noi tornammo a guardarci stupiti e cominciammo ad interrogarci. Chi era quest’uomo? Non era un attore che interpretava Z. ? O, in realtà, era Z. che interpretava sé stesso? Oppure era un attore, che di suo era un Narr (pagliaccio, folle), ma che credeva di essere Z. ? E stavamo per lasciarci e andare ognuno per suo conto, e anch’io stavo per andar via. quando uno degli acusmatici o forse del gruppo dei matematici, mi gridò alle spalle: “Ehi, tu! Dove stai andando? Chi sei? Non sei tu forse il “vociaro”? (termine impiegato da un analfabeta per indicare la voce narrante – e questo dà la misura del livello di cultura, di chi mi aveva interpellato, altro che acusmatico o matematico!) In verità, comunque, io mi voltai sorpreso ed incredulo, e con aria solenne. dissi: “Io sono quello stesso che ventisei secoli fa, voi mi ascoltaste nel mio stesso nome: io sono Pitagora di Samo!” Poi mulinai in alto il braccio destro con il pugno chiuso con il gesto tipico come di chi si avvolga in un ampio mantello, come avevo visto fare a Z., poco prima, ma poteva anche sembrare che impugnassi e agitassi in aria una frusta o un lazo, voltai le spalle e mi allontanai, prima con passo misurato e cadenzato, poi progressivamente sempre più svelto, onde evitare ulteriori inconvenienti, diciamo così. Così parlò Z.
(Segue)

Silvio Minieri ha detto...

L’ENIGMATICO
Nel seguito sarà data spiegazione del testo, nel senso che verrà esaminata la sua anima, ma i testi (scritti) hanno un’anima? Sì, sono i testimoni dell’autore scomparso. Ecco perché io vi dico: “Guarda i testimoni!” Tu sei pazzo. No, io sono un enigmatico della pazzia, tu invece un semplice acusmatico. È da notare che “enigmatico” è usato in senso improprio, come soggetto attivo, non passivo dell’enigma, come dire non un tipo enigmatico, ma un tipo indubbiamente stravagante, pazzoide, ein Narr, tanto per intenderci, che va dispensando enigmi, come dire discorsetti oscuri, a un uditorio fantasma di acusmatici. Farfuglia e delire? Più o meno. E gli acusmatici?
Costoro venivano così chiamati, secondo l’etimo della parola, perché si distinguevano come semplici uditori (acusmatici) dai matematici, che erano in verità gli allievi apprendisti, secondo il significato della parola “matematico”. E pertanto la storiella che Pitagora parlava nascosto dietro ad una tenda e i suoi allievi si chiamavano acusmatici (uditori) perché ascoltavano soltanto, senza poter vedere il volto divino del Maestro, è tutta una favola. Ehi, tu! Come ti permetti di profanare l’intangibile volto di Pitagora? Ma vai al diavolo! Avete sentito, voi? E non state lì a guardare! Presto, cacciatelo, allontanatelo, eliminatelo. Forza! Che aspettate? Enigmatico! Eh? Non vedi che sei un buffone dalle burla atroci? Essi ti guardano e ridono, e mentre ridono, anche ti odiano: vi è del ghiaccio nel loro riso.
Hanno messo il ghiaccio nel riso? Certo, per conservarlo. A me una volta, in un fast food, diedero un piatto di spaghetti condito con cubetti di ghiaccio. E tu hai mangiato il ghiaccio? No, gli spaghetti, che la ragazza addetta al servizio gentilmente poi mi riscaldò. Ah!

Silvio Minieri ha detto...

[N. d. B.]
Il testo “L’enigmatico” è venuto fuori da una [N. d. B.] che serviva soltanto ad annunciare il seguito di “Faccia di gesso”, poi però sono stato preso dal gusto narrare e ho continuato a scrivere le mie amenità. Ma che razza di gusto! si può commentare. Un gusto nietzschiano, diciamo? Ecco, forse così ho svelato l’enigma.

Silvio Minieri ha detto...

IMMAGINE
Lindsay Kemp (1938-2018), coreografo, attore, ballerino, mimo e regista britannico.